Tra le molte manifestazioni che si stanno svolgendo in questa settimana a Palermo e nell’intero paese, per ricordare il 23 maggio, anniversario della Strage di Capaci, è in corso in questi giorni a Roma l’evento “Testimoni Capaci”, organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati.


Il luogo prescelto è già indicatore della scelta di una testimonianza forte, la “Scuola di formazione Giovanni Falcone” di Roma che accoglie in una teca la macchina del magistrato, deturpata dall’esplosione del 23 maggio 1992. Qui, è giunta da Palermo l’Agenda di Giovanni Falcone che viene consegnata alle scuole che via via si stanno alternando in una staffetta di presenze e impegno, fino all’evento conclusivo, la Notte Bianca della Legalità, alla Corte di Cassazione, quando nella serata del 27 maggio l’Agenda sarà consegnata dall’ultima scuola della staffetta alle autorità presenti.


Anche il “Leonardo da Vinci”di Maccarese, da molti anni impegnato in percorsi didattici e educativi sui temi della legalità, ha voluto prendere parte a questa staffetta di giovani testimoni: nella giornata del 25 maggio, una delegazione composta da alunni e alunne delle classi 2A Classico, 3A Agrario, 4A Agrario, accompagnati dai docenti Maura Di Battista, Alessandra Benadusi e Palmerino Casciato si è unita ai giovani che in questi giorni si stanno alternando presso la Scuola di formazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in Via di Brava 99.


Durante la prima parte della mattinata, i partecipanti hanno preso in consegna l’Agenda e ascoltato alcuni interventi tra i quali il racconto del tragico destino di Emilio Alessandrini, un giovane magistrato ucciso nel 1979 da un gruppo terroristico, uno delle molte “Rose Spezzate” di cui in questi giorni si rievocano le vicende, “eroi perché hanno voluto conoscere e capire con ostinazione”. E’ seguita poi la testimonianza di due giovani magistrati che con semplicità hanno condiviso le prime esperienze e difficoltà del loro percorso professionale, per concludere con un intervento sulla Cyber sicurezza.
La seconda parte della giornata è stata ricca di emozioni e movimento: gli studenti e studentesse del Da Vinci hanno avuto modo di visitare la sede del GOM (Gruppo Operativo Mobile) e incontrare tanti professionisti e investigatori impegnati a più livelli, in aree diverse e attraverso l’utilizzo di tecnologie sofisticate, nel compito di sconfiggere le organizzazioni malavitose e rendere il nostro paese sempre più libero e sicuro.
E’ stato possibile anche visionare delle autovetture blindate, approfondire i meccanismi delle scorte e visitare il poligono di tiro.
La giornata si è conclusa con un laboratorio didattico gestito da alcuni avvocati che hanno guidato, ragazze e ragazzi, in una riflessione a piccoli gruppi a partire da questa frase di Giovanni Falcone: “Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e cominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare ed è allora che la maggioranza preferisce lamentarsi invece che fare “. Attraverso l’elaborazione di brevi testi, ognuno ha potuto lasciare sui cartelloni il segno del proprio impegno e condividere così la nuova consapevolezza di “Testimone di Legalità”.
Ma prima di andare via, c’è ancora il tempo per un ultimo saluto alla “teca” dove è conservato il ricordo, attraverso una macchina orribilmente segnata dall’esplosione, di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani che, come testimoniato da un giovane ufficiale “Hanno rinunciato alla loro vita per consentire a noi di coltivare i nostri sogni”.