Oggi il Leonardo Da Vinci, nel quadro del proprio progetto sulla Legalità e in linea con l’attenzione al tema che il Ministero dell’Istruzione ha sollecitato in questo mese ad essa dedicato, ha ospitato Giuseppe Bascietto, giornalista d’inchiesta, che ci ha presentato il suo libro “Stidda”, un’opera coraggiosa, dura in alcuni passaggi, dove l’autore presenta la mafia raccontata dal capoclan Claudio Carbonaro. Il giornalista è stato accolto e presentato ai ragazzi dalla DS prof.ssa Daniela Gargiulo, quindi si è avviato l’incontro alla presenza di un gruppo di classi del quinto anno mentre altre erano collegate dalle loro classi e l’intero incontro era mandato anche in onda sul nostro canale youtube; a moderare l’evento c’era il prof. Alfredo Benedetti.

Si è trattato di un’occasione preziosa di altissimo valore formativo, che ha beneficiato di una testimonianza importante, vera e coraggiosa. L’autore infatti ha portato il suo vissuto ai nostri ragazzi, presentandolo come una vera ragione di vita, sottolineando come l’essere contro la mafia non si possa risolvere in slogan, ma che si debba necessariamente tradurre in atti di denuncia e prove rigorose e circostanziate. Questa impostazione della lotta contro la mafia ha comportato per Bascietto la condanna a morte e due mancati tentativi di eliminarlo, segno che la sua azione stava colpendo nel segno.

Grande il coinvolgimento dei ragazzi nei passaggi più personali, quando Bascietto ha raccontato come ha iniziato ad occuparsi di mafia appena tredicenne, dopo aver vissuto il dolore di suo padre davanti all’assassinio dell’amico Pio La Torre, come abbia ricevuto dalla famiglia il supporto necessario fino alla “messa in sicurezza” lontano dal suo paese, Vittoria in provincia di Ragusa, e di come abbia intensamente lavorato per ben 7 anni sulle dichiarazioni di Carbonaro verificando ogni sua singola parola. Il messaggio, che è stato pienamente recepito dall’uditorio, è stato un’esortazione a vivere la legalità fin nei più piccoli gesti della quotidianità, perché la mafia si sconfigge soprattutto cambiando il proprio costume culturale, affermazione questa ripresa e sostenuta con convinzione dalla DS prof.ssa Gargiulo che ha inoltre sottolineato come i fenomeni mafiosi abbiano ormai connotazioni globalizzate che travalicano i confini storici del fenomeno. Numerose e importanti le domande poste dai ragazzi all’autore, che hanno così mostrato un’evidente sintonia con le sue vicende e con le sue analisi.